Angelo Mariani
L’attività teatrale fu sempre di gran tono a Sant’Agata Feltria e la musica prese molto vigore a differenza dei paesi limitrofi. Nel 1838 si formò una società musicale, che alla fine del 1840, prese il nome di “Accademia Filarmonica”. Si sentiva però la mancanza di un Maestro capace di dirigere la Società.
Era il 1841
Fu così che nel 1841 detta Accademia chiamò a S.Agata Feltria l’appena ventenne maestro di musica Angelo Mariani di Ravenna, il quale accettò l’incarico di dirigere i giovani filarmonici.
Fu l’inizio della carriera di uno dei più importanti direttori d’orchestra italiani di tutti i tempi.
L’incarico venne riconfermato per tre anni, a termine dei quali la Società Filarmonica non riuscì più a finanziare il maestro il quale, ormai noto al grande pubblico per il suo estro musicale, venne richiesto in varie città d’Italia e all’estero.
Nella seconda metà dell’800 il Teatro conobbe un periodo di declino dovuto alla necessità di lavori di restauro e consolidamento.
Nel 1871 il sindaco di S.Agata e Presidente della Società Condomini Enea Nastasini finanziò i lavori che diedero una sistemazione definitiva al teatro. Il “nuovo” teatro il 1venne così inaugurato ° settembre 1872, e con l’occasione, la Società Condomini decise di dedicare e intitolare il teatro ad Angelo Mariani.
La biografia
del Maestro
Angelo Maurizio Gaspare Mariani nasce a Ravenna l’11 Ottobre del 1821, ed è nella sua città che comincia lo studio della musica.
All’età di vent’ anni, appena diplomato, viene chiamato a Sant’Agata Feltria dalla nobildonna Cornelia Manzoni Fabri, per dirigere la locale Accademia Filarmonica. Sono questi, per Angelo Mariani, anni di prezioso apprendistato, durante i quali il giovane musicista deve far fronte alla preparazione musicale di tutti gli orchestrali.
Scrive egli stesso nella sua biografia inviata all’editore Giulio Ricordi: «Nel 1841 andai come maestro e direttore della banda di Sant’Agata Feltria ove ero costretto a fare allievi in tutti gli istrumenti. Puoi figurarti, o mio Giulio, in quale impiccio io mi trovavo, poiché tranne il violino ed il pianoforte, il maneggio degli altri strumenti mi era poco noto. Ero dunque costretto a studiare l’intavolatura di ognuno per poter poi dar lezione ai miei scolari. E ciò mi giovò molto, poiché col tempo e la pazienza riuscii a conoscerli perfettamente, anzi mi dilettavo assai a suonare qualcuno fra i quali la tromba, il trombone, il bombardino, il flauto ed il clarino. In arte la pratica è molto, e credo che un tale esercizio mi fosse utilissimo in quella mia giovane età».
Quello santagatese si può quindi considerare come il periodo in cui Angelo Mariani acquisisce gli elementi che gli consentiranno poi di svolgere quella professione di direttore d’orchestra che di lì a poco lo renderà celebre in tutto il mondo.
È a Mariani quindi che si deve l’affermarsi di questo personaggio, così come oggi lo intendiamo, dove alle figure del compositore, a quella del maestro al cembalo o a quella del primo violino, viene a sostituirsi quella del direttore di orchestra in senso integrale, non adibito cioè al suono di nessun altro strumento, interprete invece anche di opere altrui.
Il genio musicale del Mariani fu così eccelso che, appena tre anni dopo il suo arrivo a Sant’Agata Feltria, varcava le scene dei più rinomati teatri italiani ed europei. Esordisce nel 1844 a Messina per poi dirigere due Sinfonie di Rossini a Firenze. Da Faenza, dove si è trasferito dopo gli anni santagatesi, trasloca a Milano; si sposta poi a Trento, e da qui in Germania, dove dirige vari spettacoli teatrali. Nel 1847 è alla direzione del Teatro Carcano di Milano e lì fa eseguire il Nabucco di Verdi fra l’entusiasmo del pubblico.
Continua il suo successo al Teatro Olimpico di Vicenza e a fine anno lo troviamo in Danimarca dove è chiamato a dirigere il Teatro di Corte di Copenaghen. Chiamato dal fratello di Donizetti va dirigere l’orchestra del Teatro italiano di Pera in Turchia. Ma è costretto a tornare in Italia causa i primi sintomi di una malattia che lo tormenterà per molti anni.
Il 15 maggio 1852 è nominato primo violino e direttore dell’Orchestra Civica al Carlo Felice di Genova, che con lui diventa la prima orchestra stabile.
Nelle tappe dell’illustre direttore d’orchestra, furono ammirabili le prime rappresentazioni delle opere allora più famose. Nessuna di queste ebbe mai in altro teatro d’Italia una sì completa e splendida interpretazione, come al Comunale di Bologna, per merito principale del Mariani. I Bolognesi amavano questo artista fino al delirio.
Il lungo rapporto di lavoro e di amicizia con Giuseppe Verdi si tradusse in aperta ostilità. Ancora oggi non è ben chiaro se il litigio sorto tra il Mariani e Verdi per la soprano Stoltz, fu causale passione o intenzionale, a scopo di vendetta a causa dei dissapori artistici sorti tra i due grandi.
Ebbe il merito di portare per primo in Italia, e con grande successo, la musica di Wagner.
Il prof. Carlo Boschi, in un convegno di studi tenutosi a Sant’Agata Feltria, ha delineato magistralmente la figura del Mariani: “Quell’uomo che ebbe rapporti con Verdi, Rossini, Mercadante, Wagner, Berlioz, Meyerbeer, adempì ad una missione altissima: offrire al mondo musicale una nuova prospettiva in cui fosse continuo lo stimolo alla riflessione, allo studio, alla esecuzione accurata, quell’esecuzione accurata cui Angelo Mariani non seppe rinunciare neanche pochi giorni prima della morte”.
Il 13 giugno 1873 il grande maestro Angelo Mariani, moriva a Genova, all’età di 51 anni, stroncato da un male incurabile.
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